Le donne di Desulo

Il club Unesco di Cagliari, con i suoi soci e vari amici simpatizzanti, si è riunito il 15 Marzo  nel “CONVENTO San Giuseppe”, uno spazio molto particolare e caratteristico, dove ogni tanto ci si incontra.

Il direttivo del Club ha deciso di organizzare una serata che trattasse delle problematiche legate alla giornata della DONNA,(per l’8 marzo) ma in modo diverso, mettendo in risalto il linguaggio dell’abbigliamento della donna sarda, con il costume sardo, con quello che ancora viene usato quotidianamente a Desulo.

La serata è stata accompagnata oltre che dalla lettura di poesie per la donna in “limba” sarda, di donne di Desulo e del poeta Montanaru, dalla musica eseguita con alcuni strumenti della musicologia sardi, dai cantori-musicisti Enrico Frongia- Alberto Balia e la presentazione del libro “DESULA” dell’ing. Gian Carlo Casula.

La presidente Stella Piro-Vernier ha ricordato che il 22 Marzo si celebra la giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e che l’Unesco ha tra i suoi 17 obiettivi dell’Agenda 2030 “Acqua pulita e servizi sanitari” per tutti. Promette una più attenta e dettagliata trattazione in seguito.

Carmen Campus ha introdotto la presentazione di Desula, evidenziando la necessità di tutelare il costume della donna sarda, descrivendo i costumi presenti, indossati per la serata e arrivati da Desulo: l’importanza sociale e il linguaggio subliminare DA SEMPRE contenuti e tramandati sia nei loro colori che nel modo in cui vengono indossati. Alcuni con delle parti in panno, seta,velluto, broccati, nastri e ricami tipici vari. Uno d’uso quotidiano, dai colori forti e gioiosi come rosso arancio (per la civiltà odierna rosso-Valentino), giallo ginestra, verde smeraldo, azzurro indaco, fucsia etc. intessuti di ricami molto colorati, geometrici e/o floreali con il sotto di camicia e sottana bianche piene di pizzo e ricami. L’altro con prevalenza di parti in viola scuro a rappresentare l’abito della vedova risposata, che ha aggiunto all’iniziale abito delle parti indicative del nuovo stato civile.

L’ing. G. Carlo Casula, nipote del poeta Montanaru, ha parlato, con grande enfasi e ricchezza di particolari delle donne comuni di Desulo, sottolineando come con i segni e il linguaggio simbolico, ad esempio l’abito indossato al rovescio, si comunicasse e “si trasmettessero in modo non verbale le minime accezioni della personalità, del comportamento e dei valori sociali”(E. Blasco Ferrer).

Casula evidenziando i segni, oltre i colori, che compaiono negli abiti delle donne di Desulo ha raccontato di un sistema articolato e ben codificato che evidenzia una preparazione culturale delle donne molto profonda e una psicologia complessa ma sensibile alla vita comunitaria, vissuta con grandi sacrifici, soprattutto di donne e bambini con un credo religioso profondo, grandi lavoratrici e donne d’affari. Nel trasferimento dei messaggi, con l’abito, si parlava molto più che con le parole.

Descrivendo il suo libro, anche con delle poesie di bambine, ha detto che:

“…è concepito non solo come baluardo a difesa della lingua, della poesia e della cultura delle nostre mamme ma anche e, soprattutto, per cercare di superare l´ambito geografico e culturale isolano e trasmetterlo all´esterno. È come un messaggio infilato dentro una bottiglia di vetro e lanciato nel grande oceano, per consegnare, lontano, una mappa di questo grande patrimonio celato tra i monti del Gennargentu… il rapporto sacrale fra donna e vestito unisce tutte le storie e costituisce l´aspetto più profondo e significativo di questo libro. La logica con cui vengono narrate le vicende è infatti legata ai segni che di volta in volta compaiono negli abiti attraverso un articolato sistema ben codificato.

Giancarlo Casula

Il libro descrive come in un ambiente chiuso e povero, abitato da sole donne e da bambini gli scenari della vita paesana sono resi spettacolari dai colori di uno dei costumi più antichi, più misteriosi, più preziosi e più belli dell´intera umanità.”

Gianni Filippini ha sottolineato ciò che hanno detto C. Campus e G.C. Casula raccontando le bellezze e particolarità conosciute in tanti anni di sua frequentazione, per il premio letterario Montanaru, nel paese di Desulo.

La serata si è conclusa con l’apericena, sempre molto attento e gradito del Convento, in modo conviviale.

carmencampus